Capri ventiduesima parte
di aeroporto2
– Ho detto a tua moglie cio`che in parte gia` sapeva.
– Che cosa hai fatto?
– Ho saputo tenerle testa, ho sentito alle mie spalle che c’eri tu.
– Cosa vuoi dire?
– Papa`, voglio dire che la verita` e` una, non voglio perdermi nulla, ho perso e ho sentito tanto di quel vuoto che ora, se dovessi trovarmi a fare la serva in casa di altri, starei sempre meglio sapendo che ho un padre, e non un fantasma che e` morto in un assurdo incidente stradale. E` ridicolo, non nascondiamoci, ti prego.
– Sì, sono daccordo, ma pensavo che non sarebbe finita cosi`, pensavo che avessi dovuto fare io certe scelte con mia moglie. Non scordarti che mi hai detto che… Ma come hai fatto? Cosa…
– Sono entrata in camera sua piu` impaurita di una bambinella in colpa, pensavo di parlare di tutto, di cercare di capire cosa lei sapesse, in quali rapporti eravamo io e lei, lei e la mamma… Poi non so neppure io cosa e successo, le ho detto che saremmo andati in Svizzera insieme, io te e la mamma. A quel punto lei si e` sentita poco bene, e` quasi svenuta, quindi dentro di me ho capito che lei sapeva. Invece non sapeva, aveva saputo tanti anni fa, come lei mi ha detto, ma poi aveva pensato che fosse lei a fantasticare, dopo la morte di vostra figlia. Le ho raccontato come ho vissuto tutti questi anni, quanta finzione ho dovuto subire, quale sia stato il mio stato d’animo. Lei ascoltava, e` stata ad ascoltare per piu` di un`ora, immobile, ma senza quell’aria tragica teatrale. Si e` seduta sulla poltrona, ha ordinato un thè, poi le ho raccontato di come ho ucciso mio figlio, di come stavo uccidendo me stessa, e che non sarei piu` andata avanti un centimetro senza chiarire a me stessa che io esistevo. A dire il vero non sapevo neppure io fino a quel punto di cosa stessi parlando, di come vedevo le cose… mi sembrava quasi ridicolo poter parlare di me. Non sono mai riuscita a capire come ci si debba comportare in queste circostanze, ma io sentivo che era indifferente per me… tutte le preucupazioni che avevo sentito fino ad allora. La mamma, tu, i miei cugini, in quale casino mi trovavo. E allora cio` che si ha dentro, e cio` che si ha corrisponde alla realta` che e` fuori, e questa realta` e` indipendente da me… Io sono tua figlia, non e` cosi`?
– Sì sei mia figlia.
– E allora non bisogna piu` fuggire, e` questo che le ho detto, e le ho detto anche di te, di come ti sei comportato.
– Detto cosi` sembra un raccontino, ma cosa c’e` di vero, io mica lo so. Cosa credi che si stia facendo, cosa credi che stiamo facendo! Non sto mica scrivendo un romanzo, dove si sa gia` come andra` a finire? Io, tu e la mamma, ma non e` questo il problema, non e` questo. Mi sono sforzato di capire, ho capito, in parte, quanta menzogna mi nascondeva, quanta fiducia sconfinata si possa avere per qualcosa che e` finto. Ma distruggere, solo distruggere, vedi che tra noi ci sono cose bellissime, tutto mi sembra….
– Hai paura… Pensi che saresti in grado di continuare comunque. Io ti ho ascoltato… Voi due, tu e la zia, io credo che tutto quello che c’e` stato in questi anni… Avete costruito solo altri figli e una famiglia insensata. Ma dove sono i miei cugini? I tuoi figli? Io non ne vedo nessuno, io da quando sono cresciuti un pochino li ho visti tutti come me. Sono uguali a me, cosa credi? Credi che non sappiano dentro di loro, come stanno le cose?
– Dette cosi` sembrano piu`…Non so, non vedo cosi` e cola`… Mi assali anche con gli altri figli…
– Ma tu e la zia, di cosa parlavate questa mattina?
– Non voglio essere frainteso. So da me che cio` che e` successo in qualche modo ha coinvolto tutti. Tutti in parte uguale. E` questo che vuoi dirmi…
– Tu sai cosa voglio, tu hai compreso cosa desidero!
– La verita`, certo anch`io, tutti dovranno sapere.
– Sapere e` un conto, esserne partecipi e` un altro.
– Di questo non ne so niente, credo che si stia andando oltre quello che io penso di poter fare.
– Tu sei una cosa, i tuoi figli, i miei fratellastri sono un’altra.
– Cosa ti passa per la mente, quali altri progetti?
– Ma come posso credere che tu possa essere cosi` ingenuo. Ma hai sentito le tue parole? Ti sei mai chiesto il perche` dei tuoi figli?
– Il perche` di cosa? Non parlarmi per enigmi.- Si sedette su un muretto.
– Io, per enigmi? No, cerchiamo d`essere piu` giusti, te ne prego, cerca d’essere piu giusto nei miei confronti.
– Ma sì certo, scusami. Non voglio dirti cose che non ho in cuore. Si, scusami. E` solo che sono turbato per quello che hai detto a mia moglie. E ne sono inquieto. Vedo cosi` chiaro ora, nei tuoi confronti, mi sento cosi` sicuro, ma nello stesso tempo so che tu mi hai anticipato.
– Non e` cosi`, non ho fatto nulla di quello che dici, non ho anticipato nulla. Ero stanca di mentire tutto qui. Ma questo credo che tu l’abbia capito bene. Tua figlia vive a Parigi, l’altro in Toscana, quasi da sempre; aveva diciassette anni e non ha neppure finito il liceo, e` fuggito via. Cosa credi che sia successo? Eravate troppo presi l’uno dall’altra? Non e` cosi`? Comunque credo che tu viva in una finzione creata da tua moglie. Voglio molto bene alla zia, non fraintendermi, ma credo che tu viva in un mondo costruito da sbarre, la zia ti ha derubato giorno per giorno. La tua “ragione” e` perduta dietro i falsi dei e le false visioni di tali dei.
– Non parlarmi di “ragione,” e` tutta questa mattina che non connetto, sono cosi` accelerato, cosi` esclusivo e violento, cosi` ridicolmente lirico. Ma sono interessato a cio` che tu vedi, quali falsi dei?
– Gli dèi sono il potere e il denaro. Ti hanno sempre fatto sentire un affiliato alla nostra famiglia. Tu, uno scrittore che entra sposando una figlia di un noto editore. Ma quando vai a vedere le cose e` tutta un’altra storia. Con un tuo romanzo e un altro di successo hai stabilito il record di vendite alla casa editrice, lo sai? Sai che tu, pur essendo come dice tua moglie, non in linea con “l’anima della casa,” come si esprime lei, sei quello che ha venduto di piu`?
– Non lo sapevo, ma ne sei sicura?
– Certo che ne sono sicura. E dimmi, dei soldi che hai guadagnato cosa ci hai fatto?
– Venti anni fa ci comprai la terra in Toscana.
– E quanta terra comprasti?
– Vendetti un appartamento che ricevetti dai miei genitori, e mi pare che iniziai con quasi cinquanta ettari. Poi con gli anni e con l’altro libro comprai altra terra.
– Adesso ci sono cento e passa ettari e` vero?
– Sì certo, ma cosa c’entra con questo?
– Sai stimare, su per giu,` quanto danaro ti rende all’anno, netto tutta questa terra?
– Circa un miliardo.
– Hai una azienda agricola gestita da tuo figlio che ha ormai quasi trent’anni. Ma chi controlla i conti? Tu per te cosa hai? Cosa prendi da ciò che e` tuo?
– Vivo con nulla, sai che spendo neppure centomila lire la settimana. Mia moglie si`, lei ha la contabilità, insieme a mio figlio.
– Papa`, hai in banca qualcosa come nove miliardi di lire. In venti anni hai silenziosamente costruito una fortuna. Quanto pensi possieda tua moglie, con le arie che si da` di donna che ti mantiene? Sai che in giro va dicendo che sei un uomo che lei maniene?
– In un certo senso… Credo… Ma dove vuoi arrivare.
– Voglio arrivare che e` un anno che si parla di divisione della proprieta`, tuo figlio vuole la terra, tua figlia vuole la terra, e i soldi chi li vuole?
– Ma non capisco, sono sempre stato io… Ho deciso, dall’anno passato, che i miei figli dividessero una quota ciascuno del reddito.
– Cosi` tua figlia vive a Parigi e tu la mantieni, cosi` tuo figlio vive in Toscana, lui amministra l’azienda e prende una parte di questo reddito. I tuoi figli, ogni mese, prendono dieci milioni a testa. Questo da due anni, non e` cosi`?
– Si e` cosi`, anche tu vuoi quei soldi?
– Di questo ne parleremo dopo. Voglio solo farti prendere coscienza di come stanno le cose. Il mondo, papa`, non e` come tu credi, il mondo sono tante cose, ma soprattutto trucchi e menzogna, e si finisce per essere tutti degli incantatori compresi i nostri parenti. Ora tu sai che mia madre ha il sessanta percento di una casa editrice che non le rende una lira. E tua moglie ha il quaranta percento, che continua a non renderle una lira. Tua moglie ha un appartamento, dove vivete che ha ereditato dalla madre e un altro che e` affittato, come foresteria, alla casa editrice e quello le da un certo reddito circa un milione e mezzo al mese. Cosi` mia madre ha lo stesso, un appartamento molto piu` piccolo, dove viviamo, io e lei, e un altro attiguo, anch’esso affittato alla casa editrice, che dà un reddito simile, un milione e quattrocento mila lire. Tua moglie percepisce uno stipendio di amministratrice di circa tre milioni al mese e cosi` pure mia madre, come presidente. I tuoi figli guadagnano piu` di tua moglie e mia madre messe insieme. Ti pare possibile, ora, che tua moglie ti giudichi un fallito? No, sa bene che tu vali cento volte piu` di lei. Quando venti anni fa comprasti la campagna, ti ricordi cosa successe?
– Ricordo benissimo cosa successe, successe che nascesti tu.
– Come? Questo non lo sapevo. C’entra qualcosa la campagna, con me, con te e mia madre?
– Altro se c’entra, comprai la terra dopo la morte di mia figlia. La comprai contro il parere di mia moglie che mi fece una vera battaglia, tua madre invece mi disse, “fai cosa senti di fare” e cosi` andammo in segreto io e lei. Ricordo benissimo tutto, ancora non c’era nulla tra noi. Mi accompagnò quando mi dissero che c’era una azienda in vendita, erano quarantacinque ettari, e il giorno stesso facemmo il compromesso, tre mesi dopo rimase incinta di te. Furono i tre mesi in cui lavorammo insieme per il desiderio di fuggire dal ricordo di mia figlia persa. Tutte le energie furono dedicate alla terra. Cinque anni dedicati, tutti i momenti, ogni istante a pensare alla terra. Cambiai tutto. Rivoluzionai ogni cosa, tutti erano contro di me, ma il tempo mi ha dato ragione. Quella terra e` per me mia figlia. Per tutti questi anni ho creduto e pensato a lei come se fosse mia figlia. Tutta l’energia, volevo qualcosa che crescesse e diventasse adulta. E cosi` e` stato, ecco la cosa a cui penso, penso come un “celtico”: mia figlia Eleonora ora mantiene i suoi fratelli. Tutto qui, non pensavo ai soldi, penso a qualcosa di vivo, ecco perche’.
– Papa`, io ti ho sempre stimato, so che tu sei un tipo speciale, ma non bisogna far capire agli altri queste cose. Ci prendono in giro. Si` ci prendono in giro. E` per questo che ci odiano, ridono di noi perche` abbiamo qualcosa. Mentre altri, sanno solo atteggiarsi. Li prendono per patetismi, o alludono a solitudine, a disperazione o deliri, invece di sapere cosa e` la vita, dove bisogna incontrarsi, non e` cosi`? Incontrarsi in qualcosa, e` quel che hai fatto con mia madre?
– Sì, credo che faccia parte anche questo di qualcosa che dovremo chiarire, ma perche` mi hai fatto tutto questo discorso sui soldi, cosa c’entra?
– Non posso essere tua figlia, se non sono anche pari ai tuoi figli. Non sono tua figlia solo per essere dichiarata internamente. Voglio essere accettata. E questo passa nella comprensione di tua moglie e dei tuoi figli, i miei fratelli, solo con atti materiali. Loro solo cosi` prendono conoscenza delle cose.
– Sì, anche questo e` non solo giusto, ma utile alla comprensione. Ma non sara` una vendetta, me lo prometti?
– Ma cosa dici… Penso solo a conoscerci, come padre e figlia… Tu mi vuoi allora? Mi vuoi veramente?
– Certo che ti voglio piccolina, ma non c’e` mica bisogno di piangere per questo…
Si commosse, poi lo abbraccio`. E stettero in silenzio fino a quando tutti e due tornarono a sedersi sul muretto. La figlia, dopo che passo` una macchinina elettrica che trasportava dei sacchi di juta, continuo’ a parlare.
– La mamma mi ha detto che tua moglie voleva aumentare il capitale sociale della casa, anzi lo vuole ancora… Per questo so dei soldi che hai tu. Per questo so tutte queste cose economiche.
– Cosa significa?
– Significa che e` un anno ormai che vuole avere la maggioranza della societa`. Vuole comprare uno stabile nuovo, aumentando il capitale sociale… La mamma non ha tutti i soldi che hai tu.
– Che significa, non ne so nulla…
– Bene, bisogna che ti informi un pochino allora! Direttamente da tua moglie.
– Dimmi quello che ti ha detto tua madre, visto che ormai credo interessi tutti e due.
– Aumentando e comprando il nuovo stabile, non potendo noi pagare l’aumento, potremmo solo cedere il dieci, l’undici percento…. Anche se credo che non ci sia certo bisogno di un nuovo stabile.
– Lo credo anch’io. Non si comprera` nessun stabile… Poi tua madre ha pure la maggioranza, che preoccupazioni ci sono.
– Sì, credo che questo sia chiarito, comunque penso che tutto si debba chiarire.
– Sì, certo… Credo che tutti debbono avere cio` a cui hanno diritto, e tu sei quella che ne ha diritto come gli altri, soprattutto ora.
– Perche` ora?
– Sei sempre stata mia figlia, e forse lo sei sempre stata piu` degli altri, la menzogna mi ha costretto a vivere una vita che non era la mia. Ho dovuto combattere con lo schifo che ero. Non e` stata colpa di mia moglie. Almeno in parte lei mi ha spinto verso una direzione invece che in un’altra. Il colpevole sono stato io, comunque. E ora credo che tu abbia qualcosa da dover rinfacciarmi. Eccome se c’e` l’hai! E mi pare cosi` impossibile che tu mi abbia potuto accettare cosi`. Dopo quello che ti ho fatto.
– Non sapevo che avessi perso una bambina, fino a quel momento non avevo capito. Poi, dopo questa mattina, dopo aver sentito che aveva il mio stesso nome, ho capito che comunque non avevi potuto accettarmi… Come avresti potuto? Subito dopo che lei se n’era andata… Poi il tempo, come dici tu, le menzogne, aspetta che ogni cosa si aggiusti da sola. Ma per queste cose, prima o poi, bisogna essere reali.
– Cosa significa reali?
– Non dove vai, o chi sei, o cosa vuoi… e cosa puoi fare. Ma chi ti ama… Chi stai amando. Tu stesso mi hai detto… Sapevo che tu mi amavi, ma come potevi dirlo a te stesso?
– E` tutto vero…E` tutto vero. Ma come fai a capire, come fai a capire cosi` facilmente?
– Facilmente? No, nulla è facile, niente è facile se si e` vissuta una vita come l’adolescente di Dostoevskij.
– Credo di capirti. Altro se capisco figlia mia. Credo proprio che inaugureremo questo nuovo inverno in maniera nuova… E` già da tempo che ci stavo pensando… Anzi voglio dirti cosa ho intenzione… Quali sono i miei progetti di questi futuri mesi. Prima di tutto voglio chiarire questa faccenda e, per una volta nella vita voglio chiarirla con tutti i miei “parenti”… Poi voglio dedicarmi al nuovo romanzo che gia` da due mesi vado preparando. E adesso… Ah Dio! Se sono cambiate le cose! “Inaspettatamente” si e` tutto aggiustato, grazie a te. Credo che cambieranno molte cose. Certo di questi cambiamenti… Anzi.. Non vedo l’ora. Comunque questo e` solo l’inizio. Capisco ora tutta questa pressione che mi facevano i miei figli nel voler dividere tutto, capisco… Quanto sono stato ingenuo, e dire che mia moglie… Ma perche`… Perche` sottovalutarmi fino a questo punto? Devo dire che ce l’aveva fatta, se non si chiariva tutto. Tanto per iniziare non divido nulla, i miei figli avranno da lamentarsi, e io dimezzo loro lo stipendio… Si lamentano e io dimezzo ancora lo stipendio. Poi sono cinque anni che desidero comprare altra terra e ne compreremo dell’altra e per iniziare sara` intestata a te, poi in sequenza agli altri figli… Dovranno costruire, e se vorranno costruiremo tutti assieme, se non vorranno ascoltare un pazzo “celtico” faranno come credono. Avranno modo di capire anche loro come stanno le cose. Per quanto riguarda tua madre, bene, credo che lei si aspetti qualcosa, come amicizia e gratitudine… Ma questo si vedra`, dipende da noi. Per quanto riguarda mia moglie, primo non sara` piu` la mia editrice…. e staremo a vedere se ha voglia di fare o disfare ancora… Mi sembra proprio che tutto mi sia piu` chiaro… Proprio perche` non me ne importa “un fico secco” ora… Un modo di dire infantile, bene è quello che voglio essere, proprio un ragazzino capriccioso. Vedremo chi fara` piu` capricci.
– Mi metti paura… Sì certo, mi hai detto non vendicarti… E ora vuoi distruggere tutti… No, niente vendette…
– No, e` che non voglio dividere la terra per distruggerla. Già so che mia figlia si vuole comprare una “maison”, L’altro mio figlio, in quel metro quadrato che avra`, non so quale colture vorrà impiantare… Senza tradizione ne`sentimento. E tu, sentiamo, cosa vorresti fare con la tua parte di terra?
– Non lo so, vorrei solo poter avere le cose che ho tanto desiderato, un Natale con mio padre… Ora ho vent’anni e vorrei la serenita`. Tutto qua, non voglio terra, soldi… Voglio solo vivere un poco meglio sapendo come stanno le cose e forse fino in fondo non si chiarira` mai. Ma altro odio no, quello mai!
– Sì certo, certo… Capire, capire senza alterigia e arrivare senza distruggere… Questo vale anche per me.- Si fermo` pensoso e aggiunse:
– Hai detto che andavi in Svizzera, con tua madre e me… Bene sono contento di partire… Quando si parte… Domani?
– Domani? Ma pensavo al congresso… e` fino a domenica, e poi mia madre non sa nulla e` partita stamane, io l’avrei raggiunta in treno…
– No, al massimo partiamo domenica stessa, e mi faccio portare tutta la roba mia in camera… in camera tua… Cosi` non avremo da passare neppure un’oretta senza separarci… Sempre che tu sia d’accordo.
– Sì certo… Ma non credi che dovresti parlare con la zia?
– Pensavo di si` ma visto che hai fatto tutto tu, non vedo cosa altro debbo dirle. Credo che mi aspettero` una telefonatina da qualche avvocatuccio, al massimo cerchera` di strozzare tua madre, cosa questa impossibile…
– Ma e` tua moglie, la madre dei tuoi figli…
– Ma le sono grato per questo.
– Mi sembra che ci stiamo mettendo… O Dio, credo di avere paura, per la prima volta ho paura di perdere qualcosa.
– No, neppure con la morte si perde l’amore, e io ti amo figlia mia. Non ho paura delle parole, nè di nulla. Quel che pensano gli altri non m`importa, se non hanno capito quando io c’ero, capiranno quando non ci saro`. O faranno come vorranno. Gia` sento il qua, qua… Ma sentiremo ognuno e vedremo quel che si dovra` fare. Vendichero` Re Lear. Ho voglia di confidare questa cosa a un amico… Oggi stesso gli voglio telefonare… Se non tiene il telefono staccato…
ecco, vedi, vorrei fuggire; ogni tanto inciampo nell’anima di mia suocera, le voglio bene ma non le importa.
Ho problemi con l’aereo purtroppo.
Devo fare 16 insufflazioni nasali per insegnare a quella tuba a chiudersi, sennò non si può tollerare per più di 12 ore la pressione della testa che scoppia.
– Potrebbe avvenire un versamento nell’orecchio, una perforazione della membrana-! (alla mia età), un rischio troppo elevato e allora devo farmi infilare il tubicino, e ho l’ansia.
Aspetto la prima insufflazione per capire se farò le altre 7, sennò convincerò il dottore a usare con me l’oliva.
Ti voglio bene, anche se con l’aeroporto ho esperienze traumatizzanti.
Non dirlo a me, a bizzeffe.. ma nemmeno una che valesse o che facesse qualcosa con un segno +, disinteresse totale e pure con il lancio delle monetine; niente, solo la laconica frase “sei senza colpa non pagare gli errori degli antenati”. E’ facile a dirsi, ma sai di cosa parlo quindi amen. Apro cassetti, la collana ingiallita, le scatolette di latta ecc, ecc. Una qualche ava del ramo paterno, si questa si mi porta qualche gioia: deve esser stata una gran troia evidentemente, per il resto un tortuoso nevrotico insopportabile “DEVI” (andassero a farsi fottere), con quei visi tetri poi. Che andassero al diavolo, io da parte mia mi tengo l’antenata puttana, i rimanenti per quello che si può`s’intende, tutti li ho mandati a farsi…erano noiosi e puttanieri nell’anima, ma non nel corpo evidentemente. Mi spiace per gli aeroporti ti capisco, neppure a me aggradano. Ma qui ti annoi, hai ragione. Per la testa ho un rimedio. bacio michele
un altro mio enorme handicap è non saper prendere la palla “a volo”; mi si annebbia la vista, mi abbasso e lascio che il bolide passi sulla mia schiena…figurati le monetine o peggio i dadi!
Ora (nessuno lo sa) ma ho in mente un lungo viaggio, che mi porti lontano da questo popolo che mi ama e…ecco: qualcuno mi dice che è troppo lontano e Palermo può bastare. Prima devo risolvere quel fatto di Conan e mi ci vorrà il coraggio che non ho. La mia meschinità risiede nel fatto che di fronte a una decisione importante devo chiedere aiuto, anche se poi si fa come dico io.
E’ l’orecchio, anzi gli orecchi ad abbisognare di rimedio, onde qui mi si vuol passare attraverso il naso.
La noia?
Solo di domenica.
Smack!
Quanto all’inserire commenti senza rotture di dazi e dogane, mi sto applicando assai..
Palermo… con tutte quelle voci, quei lunghi sguardi, da poliziotti perplessi. No io preferisco Randazzo (ho un amore per questo) per via della melanconia. Della dolcezza, infantile degli uomini.. di quei turchi spauriti ed aggrappati a quel poco di terra che rimane, (volgarità queste, eccedenze senza grazia) ma sono sentimentale (e bugiardo ma questo lo sai) scusami. Si lo so, lo so che sono Idiota. Bastava baciarla. Mi dici dei respiri, ecco del respirare respirando. Come un viaggio d’aria: “Sono malata d’aria (e senza nominarlo)”.
Il Molosso*, si ho capito, e poi quell’idea da giganti con un piede qui (quello che terrorizza e il senso di colpa. Questa maledetta terra che ti sfoglia minuto dopo minuto e ti riduce a dio (terribile) ad onnipotente terrigno e neppure puoi aggrapparti alla nostalgia.
Neve? Mura, pietre. Forse.
Un rimprovero: “Ti voglio tutta mia”. Pare dire.. e se non cedi tutta completamente al primo colpo ti stritola. Ed hai voglia a batter i piedi in terra, un viaggio…. Ma come far comprendere… senza quella luce (questa), impossibile. Impossibile da capire senza quella (questa) luce).
*E inutile negare il fatto che Cane si nasce, altra cosa diventare Molossi.
Scusami.
da quando fu riesumata quella salma il fascino del porfido ha lasciato posto al grottesco; lì farei lo stesso nulla che faccio qua, senza radici, senza storia, un ambientino tutto fantasmi. Randagi a iosa, questo sì, un punto a suo favore.
Ubi consistam?
Discutibile quanto si voglia l’intento, ma a Palermo, probabilmente tra le viscere del monte Pellegrino, c’è una deviazione che porta dritto dritto a Bangkok. Ora lo sai. (scusami tu!)
A Magda, moglie di Conan, e a Prugnetta, mio secondo marito, chi lo dice?
Aiuto!
Tutto di pende dalle insufflazioni.
Bacio.
Si lo so, tutta quell’altra storia, sulla vera Palermo. Sul fiume e sulla natura di questo. L’ho risalito quando ero “Cartaginese” ed ho dormito più’ di una notte tra le canne. Nascosto? Ma cosa! Attraccato e stavo. Hai ragione.. Come a Bangkok.
Tutti lo sanno, che è dall’altro versante del monte Pellegrino, la vera Palermo: si sente dai profumi (e li che c’era il fiume, e Baruk (i romani l’hanno chiamato Barca..) aveva il suo campo… Le donne profumate, questo un fatto! Diamine si che è un fatto. Ed hai molossi che dirti?
Comunque è’ questione di sorgente. Ma credo che ad Alba Longa, il Fauno ti possa dire come fare. C’è quella cosa scomoda di sdraiarsi tra le pietre roventi ma il punto è appunto questo, basta addormentarsi e “sognare”.
P.S. Il Sindaco e quella sua mania di fermare le valanghe… Perché? C’era un errore e discusso malamente (hai voglia a fare santuari in cima al Rotondo!). Ed a dire il vero l’hanno sentito e capito che quei tralicci di ferro portavano scompiglio al fianco sinistro. Bucare la montagna ora,peggio di grottesco, ma il vero problema e che adesso non si fa bene all’amore per via di quei tralicci di ferro, contro le valanghe dicono.. ma all’amore non si fa più’ e intanto e la gente va via.
mia madre ci andava a raccogliere la legna e non riporto qui l’aneddoto, (chè ormai lo sanno tutti), lei una sempliciona e che ti vede? un bel giovine a mezzo busto che le sorride e scompare. Essì, il belgiovine c’era rimasto secco – tagliato in due – , le spiegarono al paese, e con mia cugina ne vedemmo la testa sotto il ponticello ché (sempre i paesani sostennero) ci andava ad evacuare, proprio di fronte all’albero altissimo che vide un bel giovanotto spararsi alla tempia. Insomma quel tratto di strada è sinistro e sinistri i monti e d’estrema destra la gente.
Papà non voleva saperne di addormentarsi, così come me: le ore notturne sono divine, ché i sogni li abbiamo già fatti di giorno e… mica siamo impastati di sonno?
Quanto al sindaco, mamma diceva “il sindaco non si paga, per legge non guadagna”, casomai qualche offerta variegata nel fazzolettone annodato. Non era il caso nostro: due sole galline che morirono di aviaria e pensammo di mangiarcele a Natale..
L’amore? papà sempre e fino all’ultimo, ogni notte dopo la maratona Acciano- Roccablabla.
Io, figlia di secondo letto, qualche “marcia su Roma” nell’indifferenza del mondo
Si, c’è gente che vuole starsene per proprio conto. E cosa farne di questi? Lasciarli a riposare, che poi non è neppure così. Ed è colpa, della furia dei dialetti e della confusione che ne esce. Si snaturano le consonanti e con quelle le vocali. Dare la colpa al mondo allora, ma è questione di territorio. Geografia è sempre quella. Deliri sulla terra e su quella cosa strana che è prendere le misure. Paure, paure e poesiole. No, ci devo (io dico, e quante volte l’ho fatto) mettere una tavoletta, tanto per far si che quando i sogni si fanno precisi, col metronomo persino (è inutile mentire, datati sono datati, precisi precisi) ed invece ancora, e poi sai chi? proprio quelli che si dicono rivoluzionari, invece proprio quando stanno li li.. tiran fuori le scartoffie e si metton a fare di conto. Rivoluzione dicono, rivoluzione un corno!
Le galline non servono a nulla. Non volano.
notte/ buon giorno.
e dunque le mie robette sarebbero replicazioni virali?
Tranne Grattarola, un vero signore, tutti i grandi poeti mi hanno trattata da cavalla di Troia miracolosamente salvando il proprio pc, per non parlare di certe conventicole o gruppetti chiusi di poesiisti bidet.
Un successone quel secondo e-book! Gliel’ho sbattuto davanti e si sono rifiutati perfino di sbirciare la copertina, onde il terzo, in lavorazione sulla Palermo-Bangkok, vedrà la luce al buio più completo. La “e” francese l’ho chiusa tra parentesi, per far capire (e non capiranno) che c’è ma appena appena si sente, come parlasse una muta, invece papà, dialettologo, la scriveva con un segno particolare…e anche il professore che si fregò l’acquasantiera antica…bei tempi, anzi no! belli un corno!
Ma tu le hai conosciute le mie galline?
Aquile, poi le faccian passar per galline… Una gallina è una gallina parliamoci piano. Se uno/una, conta indietro, può contare dove vuole s’intende, basta che poi la mira la prende giusta. Fatti suoi. E’ questione d’amore (si lo so) ma nemmeno sono sicuro poi di tutto questo amore. Allora che cos’è? E che gli altri fanno gli altri, e non devono proprio niente, niente deve niente. Se niente deve niente, perché è così, hai un bel dire sul niente. E’ quel nulla poi diventa gran gigante. Una mano la si da, fino a che ti tira indietro, e poi gli spari un colpo, se maligna diventa. Le cose vanno per il verso loro, stringiamoci pure ma non per l’eternità. Fino a dove e giusto farlo, un inchino un saluto ed è cosi. Ci ritroviamo almeno a Bangkok. Bacio. (ma io per te Lori son qua, certo non scappo)
azz! tra il niente e il nulla mi diventi un guscio vuoto e così non posso covarti.
Preparo la fuga.
Vrooommm!!!!!
Mi sembrava in vero il contrario. E così l’hai scritto, a prova. Ho seguito, e la strada me lo concedeva. Il passo ho ceduto ed ad ogni volta rimprovero. Ma covare non si può. E’ ridicolo. Non ammettere la volontà, ma non è “ammettere” e che si è tanto, pieni di se che si finisce persino nel dimenticarsi (senza colpa) ma il forse è questo. Esiste l’altro? Dubitativo dunque e se si, la domanda è: in quale sfera e per quale fine ed a quale scopo? “Si omnia propter curam mei facio, ante omnia est mie cura”.
Invece andrebbe l’Epiteto letto (gnothi seauton) commercialmente a propaganda, gioca i tuoi “dadi” dall’oracolo, centro del Mondo (Delfi). -Conosci te stesso… domanda all’oracolo e conoscerai te stesso- . Altra cosa vista cosi’. Altrimenti conosciamo le insulsaggini scritte in proposito. La questione posta altrimenti, è di natura etica, ma è posta erroneamente, con formula furbetta..altra cosa poi, il poi… ma ritorniamo a noi. Quindi il conosci te stesso è solo un esortazione “commerciale” ad andare dall’oracolo e domandare in proposito le tre domande. Bene mi sono detto, vediamo. Ed ho visto e compreso questo passo:
“Papà non voleva saperne di addormentarsi, così come me: le ore notturne sono divine, ché i sogni li abbiamo già fatti di giorno e… mica siamo impastati di sonno?”
So bene che tu sai bene, e sapendo che sai so che tu sai che il Fauno è il padre, (rito dell’incubazione). Quindi qualora ci possa essere un poi, è opportuno giocarsi tutte le carte, e le carte sono tutte sul monte Pellegrino dove le hai lasciate tu, e non io. Baci.
P.S. Preservare la memoria so cosa significa, difenderla pure. Ma la questione è altra ed “io sono senza peccato” ricordalo.
la citazione è di Seneca, lettere a Lucillo.
i rimproveri li merito a ogni ritorno, che c’entra la statua di sale di Lugones?ché il fauno è anche il fratello, a loro nessun rimprovero. Odio il dopo: la sintesi di trent’anni, Lucilio in valigia, gli esperimenti degli assassini, una sputazzata in faccia in corsia e poi quelle lettere pesanti e fatti le scale e sali sul treno ché noi siamo occupati, e comprati un bel maglione rosso e il peggio e la fine.
Che non si smuova ulteriormente la palude del malricordo… ai siciliani che giocano a carte dopo essersi rimpinzati un colpo a cranio! bastardi! Io so bene, ho sempre saputo bene tante cose che non stanno sui libri, ma negli occhi della gente e nessuno mi ha dato credito, solo i miei cani e Bangkok.
Il mio peccato uno solo: la viltà.
Ma amami lo stesso!
ecco, amami. è tutto. grazie di cuore Lori.
Non ho letto la statua di sale. Per una antipatia verso l’editore Ricci.
Rimedierò’ immediatamente.
Posso raccontarti in proposito un aneddoto. Con subdola astuzia Ricci l’editore, strappo’ l’autorizzazione a >Borges di una sua raccolta di poesie e scelte antologiche da lui fatte negli anni passati per una collana Argentina. FMR ebbe “l’incuria” di mandare una copia al poeta. Borges si fece spiegare come era fatto il libro ed inorridito disse: “Ma questa è una scatola di cioccolatini, non un libro”. Il fatto è raccontato direttamente da Borges nelle conversazioni radiofoniche poi riportate e pubblicate. (..questo per stemperare, una buona serata).
ora non si gioca più, ché si può far male ai morti.
non a torto il bambino le chiamava “case di crisi”, invece alla bambina , in grado di leggere, vennero fatti trovare i libri giusti per rispondere alle prime domande: innanzitutto un “cubetto” color carta da zucchero della “Biblioteca lillipuziana”, tutto su Poe, poi un volume di “scienze occulte” (che diede frutti mortiferi qualche mese prima della laurea), ” L’homme qui rit” e “Il piacere” del nostro paesano e tanti ma tanti trattati di psicanalisi, che si aprivano sempre alla stessa pagina, e dove si formò, a scapito delle galline, l’ erudizione sessuale della piccola.
I preziosissimi “Trattato sugli uccelli” e “Trattato di armonia” durarono finché il liquigas non si sostituì alla buona stufa.
Ovviamente non stemperammo più l’acqua bollente e io presi a trascurare collo e orecchie.
Vado a lavare i denti.
nel frattempo che ritrovo la password dell’altro…
http://parolaconcubina.blogspot.it/?view=magazine
terribile! qualcosa storpia le parole lì dove ti ho invitato. C’è l’ombra di un complotto
translator, l’idiota della parola!
L’inquieto burlone, è all’opera nelle forme ha lui preposte. Ma dietro questo si nota la dolce mano amichevole, colui che si inchina meravigliandoti. Tutto si schiarisce, ogni cosa si appiana. L’inesistenza della solitudine, la voce si combina. Dare credito alla grazia, questa è umana. Il dono è etologicamente, comprovato. Gli “animali” in natura conoscono il dono nel disinteresse.
L’uomo è solo un aspetto combinatorio di tale misura. “tra un fiore colto ed uno donato l’inesprimibile nulla”
pare che l’eternità sia solo una idea di questo, del dono.
altra cosa dispiegare il tappeto dell’eternità (un lavoraccio!).
Ciao Lori
ha lui preposte senza H!
la grammatica è importante, così come il disinteresse animale verso ogni forma sentimentale.
i ricordi sono prerogativa di una buona memoria.
“l’altro” donato.
NATURALMENTE… “ha lui preposte” senza H. ma scrivo e non rileggo, come sempre, non rileggo mai. Ma anche se rileggessi, sono pigro. Ma grazie, è la mia indole comunque e la mia dislessia. Ciao e buona domenica. (chi ha detto che l’indole animale è distante da ogni forma sentimentale, non ha capito proprio nulla degli uomini e degli animali. Il discorso è complesso e non semplice. )
P.S. -L’altro donato certo- Vado a memoria, e questa fa cilecca, ma il mio cervello è cosi’ e impegnano in molti fronti.
Visto che assomiglio ad Hem. come mi stanno dicendo, persino mia madre,
e compagna, ti dico un aneddoto.
Hem. come me, faceva molti errori grammaticali, e lui diceva spesso”posso sempre pagare qualcuno per correggere”.
Posso assumerti?
Grazie questo tuo commento, (che sento affettuoso) mi ha fatto molto piacere.
Oggi gran giornata, andato a Palmarola una delle isole più belle del globo, e senza enfasi.
Io, di isole me ne intendo.
aspetto una tua immagine vicino alla tigre!:-)
sei ancora sull’isola più bella del mondo?
il paradiso allora non è così distante, buona serata Hem!:-)
grazie cara, no niente pesca d’altura. ero intento pero’ alla caccia alle zanzare tigre. Nonostante la mia abitudine al tiro ho fatto varie padelle. Provero’ con tomi filosofici, poi userò la Tre Cani e credo che riuscirò’ a quel punto a fare catture. Mi fotografero’, come mio solito, accanto alle tigri alate, promesso. una buona serata e buona pesca al Luccio. Papa
e come dice un mio amico quando e li, nel “paradiso” a Palmarola.
“…e pensare che siamo solo a 40 chilometri dalla pontina!”*
ecco a volte basta molto poco.
*La pontina è una famigerata strada trafficatissima che cinquecentomila macchine incolonnate ogni giorno percorrono per andare a Roma.