Capri decima parte
di aeroporto2
La protagonista, curva su un depliant, firmava carte riguardanti l’adesione a una certa iniziativa. Mentre firmava, con la solita velocita`, sorrideva e parlava con altri colleghi ripetendo i luoghi comuni, che da giorni ormai correvano, sul bisogno o meno di premere su una certa legge editoriale che, sentiti alcuni “indipendenti,” avrebbe certamente “salvato” le categorie. Di quali categorie si stesse parlando nessuno di essi lo sapeva. L’indecisione era se accettare l`una o l’altra corrente, in verita` sia l’una che l’altra erano solo divise da uomini diversi, ma sostanzialmente erano tutte e due d’accordo. Solo una leggera ideologia storica separava le due correnti, l’una presa da una necessita’ di rinnovamento, l’altra tendente al ricostruire una tradizione ormai, così si esprimavano, “perduta”.
La protagonista sorrideva appoggiando tutte e due le iniziative e infatti sorridendo firmava documenti di adesione di quella piu` radicale. Ella aveva un pensiero tutto suo, sapeva che avrebbe vinto quella che, cedendo, avrebbe consegnato tutto il “destino” dell’editoria al piu` forte del momento. Il piu` forte, ella sapeva, non era il possessore della piu` grande dentatura che faceva bella mostra di se`, ma la corrente che regolarmente avrebbe conteggiato copie vendute, tirature possedute e influenze da compravendita: chi, in poche parole, aveva il controllo del piu` grande mercato rionale. Avendo solo una modesta “bancarella” e contando sulle sue capacita` femminili, riusciva, con semplicità, ad accontentare tutte le fazioni, tanto che poteva, se ci fosse stato un comitato, essere eletta a maggioranza. E con quella sua abilita` era riuscita, in famiglia, a prendere la direzione dell’azienda, possedendo solo il quaranta per cento della proprieta’. A differenza della sorella che pur possedendo il sessanta per cento, mai era entrata, neppure per fare gli auguri di Natale, in azienda.
Mentre, seduta sul divano, discorreva sulla necessità di un’intesa, almeno sui punti in comune, si accorse che, distante dal salotto, dietro una tenda, c’era l’amico saggista. Si alzò e, scusandosi, gli ando` incontro.
Scesero sulla terrazza, si sedettero su un muretto e si raccontarono brevemente le solite sciocchezze riguardanti il viaggio e l’alloggio. Poi si separarono dandosi appuntamento per conoscere la figlia maggiore dell’amico.
La ragazza era bionda, aveva i capelli lisci e leggeri e guardava inchinata in basso un cagnolino; il padre era seduto e dava le spalle alla figlia. La protagonista li vide in lontananza e, mentre si avvicinava, pote` notare la bellezza stupefacente della fanciulla. Era alta, per la sua eta`, un sorriso delicato, un corpo flessuoso, e aveva una grazia nei movimenti non riscontrabili facilmente. Ne fu profondamente colpita, e capi`, in quel momento, distante dai due, tutto il desiderio che ancora aveva nei confronti di una maternita` non appieno vissuta. Si fermò, torno` sui suoi passi, e corse in camera.
Sdraiata piangeva, e benche` pochi attimi prima discorresse, ora si sentiva svuotata e perduta, piangeva. Solo nell’istante in cui intravide la figlia dell’amico, senti` dentro se` tutto cio` che il marito le aveva rimproverato, il suo cinico modo d’apparire. Si guardo` a uno specchio, aveva il trucco sfatto, le rughe le segnavano gli occhi. Si puli` su un asciugamano e si mise sotto le lenzuola. Tremava, piangeva, era disperata.
Apri’ il cassetto della scrivania e trovo` in fondo la Bibbia. Apri’ a casaccio e nella parte del nuovo testamento, una pagina era segnata con un riporto fatto in un angolo. Lesse cio` che vi era scritto: “Quando fu vicino alla vista della citta`, pianse su di essa, dicendo: – Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai e` stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte: Abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perchè non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata”. Dopo aver letto si alzo` e ritorno` in bagno. Si sciacquo` il viso e ritorno` a truccarsi, si pettino` e si cambio` d’abito. Scese di nuovo nella hall dell’albergo. Saluto` e si trattenne brevemente a parlare con un “giovane” editore; gli fece i complimenti per l’iniziativa di una collana “super” economica e civettuolamente gli ricordo` il pensiero di Pasolini sulla divulgazione e sul prodotto libro. Gli fece, in quell’occasione, anche il complimento sulla sua capigliatura. Infatti aveva dei capelli lunghi fermati da un elastico con una coda, che spiritosamente differiva dall’abbigliamento dei suoi colleghi. Si lasciarono, e ritorno’ in giardino. L’amico non c’era piu`, la figlia era seduta a mangiare un gelato. Parlava con una signora che tra le braccia aveva un piccolo cane. Si avvicino` e le fece un bel sorriso, cercando di dimenticare cio` che le era successo prima.
Erano tutte e due sedute in terrazza, la ragazzina veduto che una estranea si era seduta al tavolo, la guardo` per bene, poi la saluto` informalmente, ma con sicurezza, tanto che anche la protagonista la saluto` allo stesso modo. Rimasero tutte e due in silenzio, fino a quando la ragazza non fini` il gelato e quasi socchiudendo gli occhi le disse:
– Devi essere l’amica inquieta di mio padre.
– Inquieta?
– Non sei stata tu a telefonare l’altra settimana nel cuore della notte?
– Sì, credo di sì.
sono capitoli di un libro in preparazione…?
non ti risparmi nelle descrizioni…
(vado a prendere la lima…?:-))
Sono passati più di vent’anni da quando è finito. Prendi pure l’ascia bipenne! Son peccati di gioventù. Un saluto.
non ci credo che non scrivi più….
p.s., sono andata a leggermi qualcosa di Kant ma…sinceramente mi manda in confusione…non riesco a capire dove tu possa trovare il sapore!
sembra addiritura, come dire….superbo nelle sue criticità.
(io tengo per Heidegger;-))
come stanni i tuoi gatti?
Scrivo, scrivo, come ora d’altr’onde (e pare che alle “apostrofi” non vi sia limite). I gatti vivono in questo periodo un piacevole letargo, al calduccio sparsi per casa. Di andar fuori ancora non se ne parla, benche qui il tempo è assai clemente. Sono nella conca dove è nata la lingua degli occidentali, il latino; “nel vecchio Lazio” tra i boschi di lecci, i castagni e nella pianura ricca, di vapori salubri e sacri, fino al mare, -dove la neve non è arrivata-. Non tentarmi su kant perchè potrei diventare logorroico… come ora d’altr’onde!
Una buona serata, p.s. la strada che da qui mi porta in Abruzzo dove vado a sciare solitamente (nell’incantevole paesino dove è nata Loredana) è chiusa. O poca neve o troppa, a quanto pare per il fine settimana ne arriverà dell’altra (la cosa non mi dispiace.. si potrà sciare fino a maggio!).
🙂
allora vivi in una baita immersa nella natura del bosco, che bello…
che incanto!
Ho il sospetto di credere che questo era tremila anni fa. Ora attualizando posso definire il luogo come campagna più simile ad una pereferia di una città in decadenza. Nonostante il mio inconscio cerchi luoghi della memoria abitabili. E’ ora la neve, anzi nevischio, fastidiosa pioggia non classificabile, “kant” permettendo. Un saluto, (il camino l’ho acceso tornato a casa però), tu piuttosto abiti in un luogo abitabile mi sembra. Un buon fine settimana.
ma come, è già venerdi!?
:-))) che bello!
io abito in mansarda con vista lago a 360°
vedo le montagne, i tetti delle case del paese, il lago…
ho una vite che si arrampica sul balcone e d’estate mi offre l’uva americana a portata di mano e di bocca…
d’inverno però, mille spifferi entrano in sordina raffredando le stanze obbligandomi araggiungere il punto più caldo della casa.
accanto alla stufa!
ciao Mic!
buon venerdì 🙂
sei andato a goderti la neve…? 🙂
a presto
C.
No purtroppo. Sono stato a leggere, come mio solito. Ma per carattere, faccio lo zapping, leggo molti libri assieme, in contemporanea.. Per alcuni questo sarebbe impossibile. Amo ritornare e d’altronde, nel leggere si cercano solo “volti”. Andrò a sciare in settimana, al mio compleanno, per festeggiare i miei 52. Il tempo consigliava di rimaner davanti al camino e così è stato, tranne per una breve incursione in chiesa, mio figlio il più piccolo fa catechismo…
carissimo, giovedì festeggiamo per bene il tuo compleanno!
preferisci crostata alla frutta o Sacker? 🙂
io nella lettura non cerco solo volti, cerco la personalità intera, i paesaggi…il senso…la bellezza…
..Ossia i “volti”. [e a quello dell’autore]
(magnifica ossessione includente)
Forse il lettore compie la parte più difficile.
(sono in una dieta che mi vieta dolci d’ogni sorta, festeggio e festeggerò io guardando, e tu se puoi, con lo strudel che preferisco, mele e molti pinoli che è frutto sorrentino a quanto pare..)
a me la parte del lettore sembra la più facile…perchè le immagini fuoriescono spontanee, senza alcuno sforzo…certo dipende sempre dal tipo di immaginazione che il lettore possiede.
allora lo strudelino magro magro vuoi, ma con tanti pinoli…:-)
ci mettiamo anche un pò di frutta candita?
e la panna montata sopra 🙂
lo strudel con uva passa, mele, pinoli, niente panna.
Sulla frutta candita ci devo riflettere.
(la frutta candita è meglio lasciarla ai cannoli…:-)
si, si lo strudel vortice, così ho letto che significa, pare che vada fatto con solo le mele gold, luva passa sultanina, e come spezie la cannella. Mi son documentato… Mi è sempre piaciuto, mia madre è di origine austro-ungarica, anche se è un dolce bizzantino, l’ho sempre associato al Trentino alla neve… a quei bei posti insomma. Un saluto e ora un poco il mio pensiero s’indirizza ai cannoli…
Buon compleanno mio caro Michele!
la cannella è la mia spezia…:-)
quì tira un forte vento da ieri sera…raffiche violente ma per niente fredde….
Brinderò alla tua salute!
😉
grazie, veramente graditi i tuoi auguri. Come regalo mi sono concesso una giornata di pace, iniziata con vento teso e nevischio tagliente, poi verso l’una improvvisamente la nebbia che avvogeva ogni cosa si è diradata ed è comparso il sole in gran forma. Tutto l’Abruzzo con i monti imbiancati, un panorama incantevole. Tanti ricordi, di quando era bambino e poi ragazzo, posti ritrovati. Un buon modo per passare un compleanno. Grazie ancora dell’affetto. Michele.
sono contenta 🙂
anche io ricambio l’affetto e la bella giornata che tu hai trascorso è stata senz’altro preziosa…
Buon venerdì, carissimo Michele!